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Interviste impossibili



Intervista a King Kong sull'amore

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E “Buongiorno Kong, posso darle del tu?”.
K “Certo ragazzo”.

Sto per rispondergli che avrei più di cinquant’anni, ma poi osservando i suoi sei metri di altezza, accompagnati da due braccia che sembrano tronchi d’albero, preferisco non cavillare tanto.

E “Grazie Kong, sai parlando di te a Nessie …”.

Kong sbuffa e con un pugno si colpisce il petto.

K “Non mi parlare di quel dinosauretto da operetta che, se mi capita fra le mani, gli torco il collo come a un pollo”.
E “Ok, ok, non è importante, anzi direi di entrare subito nel vivo della nostra intervista”.
K “Procediamo”.
E “Senti Kong, ma cosa si prova a essere stati a contatto con due donne stupende come Jessica Lange e Naomi Watts?”.
K “Belle?”.
E “ Certo, sono tanto belle da togliere il fiato”.
K “Ragioni peggio di uno scimpanzé!”.
Mi gratto nervosamente il viso, il nostro dialogo sta prendendo una piega fastidiosa.
K “Ti faccio notare, UOMO, che per me le tue due bellezze sono un tantino piccoline, oltre ad essere praticamente prive di peli e quei pochi che hanno se li tolgono. E l’odore! Se non si fanno muovere, sai cosa intendo eh … , non sanno di niente”.
E “Ma scusami Kong, ti sei innamorato perdutamente di loro e adesso dici che non sono belle? D’altronde sai cosa si dice?”.
K “Cosa?”.
E “Non sono stati gli aeroplani … è la bella che ucciso la bestia!”.
K “ Ah ora capisco, tu devi avere molti problemi con le femmine”.
E “Che dici? Come ti permetti brutto scim…”.
Kong sbatte violentemente un pugno per terra e mostrandomi le zanne mi urla: “Stai zitto scimmia spelacchiata e ascolta chi alla bellezza ha dato la vita”.

Spaventato arretro di due passi senza più voglia di profferire parola.

K “La bellezza vera non si vede, e attenzione, non parlo delle vostre ridicole fantasie sulla spiritualità, sulla cultura e altre fregnacce del genere.
La bellezza è un’armonia di sensazioni. Un contatto fuggevole che ti sorprende, un odore impercettibile ma inconfondibile, un sapore sulla punta della tua lingua, una voce come una carezza e quando apri gli occhi vedi un sorriso che si trasforma in un languore, il languore della bellezza.
Lo straordinario è che all’inizio non ti accorgi di niente, poi lievemente, ogni giorno di più, ti accorgi che lei, per te, è la più bella del mondo”.
E “ Questo è vero amore!”.
K “No, ti sbagli! L’amore non esiste, è solo un’idea, un bellissimo sogno”.
E “ Mi dispiace Kong, ma non sono d’accordo con te”.
K “ Vedi ci sono tre tipi di amore che possiamo cercare.
L’amore giusto, dove non ti fai guidare dalle passioni, ma scegli con ponderatezza. Ecco non c’è niente di più arido, direi che è la negazione stessa dell’amore.
Poi, l’amore della vita, nel quale le passioni, l’infatuazione la fanno da padrone. In questo caso le emozioni sono fortissime, è facile scambiarle per amore; in realtà non c’è consapevolezza, è come essere attraversati perennemente da una scarica elettrica, bellissimo ma anche dolorosissimo. Gli assomiglia, ma non è amore.
Infine, l’amore ideale. Qui le passioni coesistono con la consapevolezza, il problema è che l’equilibrio dei due elementi deve essere proporzionalmente uguale in entrambi gli amanti, ma ciò è praticamente impossibile. L’amore, quello vero, non può esistere”.
E “Eppure tu sei morto Kong. Non posso credere che non fosse amore. Tu sei stato interprete di una grande tragedia”.
K Kong per un po’ muove lentamente la testa a destra e a sinistra, sembra non essere più tanto imponente. “Vedi amico mio, la tragedia, la vera tragedia non è la mia morte, ma è l’impossibilità dell’amore”.

L’osservo, si è fatto silenzioso, non so se è una mia impressione, ma gli occhi sembrano lucidi. Si accorge che lo sto osservando, è imbarazzato e allora, anche se non so da dove diavolo li ha tirati fuori, inforca un paio di occhialoni da sole e … .
K “ Allora uomo, la tua intervista è finita?”.
E “No Kong. Prima hai parlato di tua madre, allora ce ne sono altri della tua specie?”
K “No, sono solo”.
E “Ma dove sono finiti?”.

Kong è in procinto di rispondermi, ma improvvisamente si blocca, si toglie li occhiali, si guarda intorno nervosamente, annusa l’aria e sì che io non vedo niente, non sento niente. Gli vorrei chiedere cosa c’è, ma vedo che ha paura; Dio cosa può far paura a uno come Kong?
Una specie di ruggito lacera l’aria, annichilisce l’anima e compare lui, il più terrificante dei predatori: Tyrannosaurus Rex.
Ma questa volta non c’è una bella da difendere, non ci sono le telecamere e Kong indietreggia, gira le spalle all’atavico nemico e incomincia a scappare.
Io gli grido dietro: “Kong, cosa diavolo fai?”.
La grande scimmia si gira verso di me e mi guarda stranito.

K “Ma hai visto quant’è grosso e che denti?”.

Mi volta nuovamente le spalle e riprende rapido la fuga.
Rimango in piedi, attonito, con il mio taccuino, pensando a tutte le bellissime cose che mi ha raccontato sulla bellezza e sull’amore e non so bene che pensare.
Forse l’amore è proprio così, un po’ inaffidabile.

ottobre 2011